Rize Griche: il portale del grico 🇬🇷
I verbi: la coniugazione.

La flessione dei verbi grichi
Inserire il verbo
Attiva:
Passiva:
Media:
Verbo:
Indicativo
Presente
evònvicinèoioavvicino
esùnvicinèi(s)
cinonvicinèi
emìnvicinèome
esinvicinète
cininvicinèune

Aoristo (passato prossimo e remoto)
evònvicìnefsaioavvicinai
esùnvicìnefse(s)
cinonvicìnefse
emìnvicinèfsamo
esinvicinèfsato
cininvicinèfsane
Imperfetto
evònvicìnona - oneioavvicinavo
esùnvicìne(s)
cinonvicìne
emìnvicinèamo
esinvicinèato
cininvicinèane

Trapassato
evòìkha nvicinèfsontaio avevo avvicinato
esùìkhe(s) nvicinèfsonta
cinoìkhe nvicinèfsontaegli ebbe avvicinato
emììkhamo nvicinèfsonta
esiìkhato nvicinèfsonta
ciniìkhane nvicinèfsonta
Congiuntivo
Presente
nanvicinèfso evòcheio avvicini
nanvicinèfsi(s) esù
nanvicinèfsi cino
nanvicinèfsome emì
nanvicinèfsete esi
nanvicinèfsune cini

Trapassato
*kaevò ìkha nvicinèfsontache io avessi avvicinato
kaesù ìkhe(s) nvicinèfsonta
naìkhe nvicinèfsonta cino
naìkhamo nvicinèfsonta emì
naìkhato nvicinèfsonta esi
na ìkhane nvicinèfsonta cini
Imperfetto
nanvicìnona - one evòcheio avvicinassi
nanvicìne(s) esù
nanvicìne cino
nanvicinèamo emì
nanvicinèato esi
nanvicinèane cini

Passato
naìme|èkho nvicinà(t)a evò che io abbia avvicinato
naìse|èkhi(s) nvicinà(t)a esù
naè(kh)i nvicinà(t)a cino
naìmesta|èkhome nvicinà(t)a emì
naìsesta|èkhete nvicinà(t)a esi
naèkhune nvicinà(t)a cini
Condizionale
Imperativo
Imperfetto
evònvicìnona - oneioavvicinerei
esùnvicìne(s)
cinonvicìne
emìnvicinèamo
esinvicinèato
cininvicinèane


Trapassato
evòìkha nvicinèfsontaio avrei avvicinato
esùìkhe(s) nvicinèfsonta
cinoìkhe nvicinèfsontaegli avrebbe avvicinato
emììkhamo nvicinèfsonta
esiìkhato nvicinèfsonta
ciniìkhane nvicinèfsonta
Imperativo
nvicìnanvicìnefso esù avvicina tu
asnvicinèfsi
nvicinèome
nvicinèfsete
asnvicinèfsune

Gerundio
Presentez
nvicinèontaavvicinando
passato
nvicinèfsontaavendo avvicinato

Participio
nvicinà(t)oavvicinato

Perfetto (passato prossimo)
ime | èkho nvicinà(t)a ho avvicinato

infinito
nvicinèfsiavvicinare



Forma Passiva

evòime nvicinà(t)oio sono avvicinato
evòìmona nvicinà(t)oioero avvicinato
evòìrta nvicinà(t)oio venni avvicinato
na ìme nvicinà(t)o evòcheio sia avvicinato
evòìme stammèna nvicinà(t)oiosono stato avvicinato
evòìkha stasònta nvicinà(t)oioero stato avvicinato


Note


Nella costruzione del passivo si è usato il verbo essere (ìme), tranne che per il passato in cui è stato usato il verbo venire (èrkome). Può succedere, quindi, che il participio possa interpretarsi come un attributo del soggetto. Le interpretazioni sono esatte in entrambi i casi. Es.: evò ìme vaftimèno = sono (vengo) battezzato (forma passiva); evò ìme vaftimèni = io sono battezzata (predicato nominale).
________________________________________________________Sebbene al participio è possibile la forma nvicinomèno o nvicinemmèno la forma normalmente usata è nvicinà(t)o
E' possibile coniugare anche verbi non presenti nella tabella dei verbi, in questi casi la coniugazione avviene per analogia e non ci sarà nessuna indicazione della coniugazione in italiano.

Se il verbo ha più significati verrà coniugato il primo di essi presente nella tabella dei verbi.
Le voci dei verbi poco usati o non più usati di cui non è possibile riscontrare tutte le voci, vengono coniugati per analogia.

Coniugazione media:
Inserire il verbo e selezionare l'opzione "media", es.: sianònno con l'opzione "media" sarà coniugato sianònnome;
oppure inserire direttamente "sianònnome".
In alcuni casi è utilizzabile soltanto la seconda opzione, ovvero inserire il verbo direttamente nella "forma media".

In alcuni casi nella prima persona singolare viene indicata più di una flessione. Anche se non idicata, la flessione vale per tutte le voci verbali che si rifanno a quella costruzione, p. e.: per "dìome = mi do", l'aoristo viene costruito con la forma "dòft-imo", ma nella prima persona viene indicato anche "edòs-imo", ciò vuol dire che tutte le voci verbali che si rifanno a all'aoristo ammettono come radice oltre che "doft", anche "dos": edosìmo , edosi..., na dosò, ..., dosònta, ecc.

Se il verbo inizia con un aumento, la "e" viene tolta, es: se si inserisce "epào" viene coniugato "pào".
Tuttavia, anche se nella tabella di norma non è indicato, si tenga presente che è abbastanza frequente l'uso dell'aumento in particolare nell'imperfetto e nell'aoristo soprattutto nelle persone del singolare, es.: efònasa - (e)fonàsamo.

Passato prossimo (perfetto):
- in alcuni paesi si costruisce col verbo avere, es: ekho pimèna, in altri (Martano) col verbo essere, es: ime pimèna.
- In alcuni casi vengono indicati più di un participio (es: mattemmèno - masomèno), in questi casi anche la flessione del primo termine è in "a", anche se riportata in "o".
Es: ime | ekho mattemmèna - masomèna.

*Nel trapassato del congiuntivo, ma vale anche per il passato, vengono indicate due possibbili costruzioni, che non sono equivalenti, con "ka" e con "na", es: pùru ka cìno to ìkhe meletìsonta... = anche se (che) lui lo avesse letto ...; na ìkhe meletìsonta cìo! = avesse letto (studiato) lui!

La seconda persona dell'imperativo termina con "o", ma se la voce è bisilabe di regola esce in "e", non di rado coesiste anche una forma in "a" con la radice del presente, es: àmposo - àmpa - 'mpòse

Nei verbi "eo", di origine italiana e a volte anche quelli grichi prevale un imperativo in "a" ed un participio in "a(t)o". Es:
fermèo:
imperativo: ferma; participio: fermào;
latrèo:
imperativo: latra; participio: latrào.

L'infinito è usato soltanto con il verbo sozo (potere) rarissimamente con il verbo telo. Es: sozo pai, ìsoza mini, sòzonta fai = posso andare, potevo aspettare, potendo mangiare. È usato anche come sostantivo, es: to fai guaddhi o guai = il magiare toglie i guai. Negli altri casi si ricorre al congiuntivo, es: devo mangiare, vogliamo bere = enghizi oppure enna fao, telome na pìome; per andare a Lecce = na pao oppure na pame es Luppiu. Per l' infinito usato come esortazione o comando si usa l'imperativo, es: camminare, andare via! = pretìsete, apate apode!

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