Acattàcia. Questo il nome grico delle diverse varietà di cardo selvatico per via delle copiose spine che caratterizzano la pianta (acatti è il nome grico della spina).
Curdune è, invece, il nome dialettale probabilmente per via delle notevoli dimensioni della pianta adulta.
Tutte le parti della pianta sono edibili, radici, foglie, midollo del fusto e capolini ,
tuttavia sono le foglie, debitamente spinate, che vengono usate prevalentemente in cucina.
Curiosità: dal Fusto del cardo selvatico venivano ricavati i "suluvizzi", bastoncini che fungevano da asse per i "cànnuli" rocchetti da cui veniva dipana la "stisa" ovvero i fili che costituivano l'ordito per la tessitura col telaio salentino.